01. il Ferroviere, il Generale, il Marito

Questa piccola ed intrigante storia era nel cassetto da quasi due anni.
Dopo le avventure del Duca di Reynwald dopo il tetro mondo di Paura dell'Ignoto ed il fantasioso Galeone, incontreremo nuovi ambienti e nuovi personaggi.
Questo racconto intreccia tre storie in un unico racconto ed è un tentativo di concorrere all'iniziativa promossa da @libertycrypto27 con il contest sulla pagina dell'account @odb-contest
Spero di leggere i vostri commenti numerosi.

Il Ferroviere: 1 di 3.

Peter fissava i binari di fronte a lui.

Dopo tutti quegli anni di servizio non riusciva ancora a capacitarsi della bellezza del tracciato che, a bordo della sua locomotiva, era chiamato a percorrere durante gli orari di lavoro. Era uno dei macchinisti più giovani nella storia delle ferrovie britanniche e se ne vantava tanto con i passeggeri quanto con Simon.

Per contro, quest'ultimo era il macchinista più anziano. Era ormai prossimo alla pensione o così affermava da anni; in realtà non lavorava praticamente più a causa dell'artrite alle gambe, braccia e mani e delegava tutte le fatiche al giovane Peter donandogli, in cambio, racconti sul passato.

Fu così che il giovane macchinista venne a sapere che le locomotive, fino al 1825, erano spinte da un unico cilindro a vapore e non da possenti motori come quelli dei giorni moderni. Simon passava le lunghe notti a raccontargli di quanto corto fosse il percorso originario del treno e di come il Ferroviere lo avesse ampliato negli anni con costanza e dedizione.

Tre decadi or sono, infatti, il treno era composto da una vecchia locomotiva Rocket di Stephenson da 190 cavalli che trainava appena una carrozza e che faceva la spola dalla stazione di Manchester a quella di London Town. Il percorso, tutto in piano, attraversava esclusivamente la campagna circostante risultando estremamente noioso.
Poi, 10 anni dopo la fondazione di quella prima linea, il Ferroviere decise di investire pesantemente sul tracciato. Le stazioni diventarono tre, poi quattro fino ad arrivare a ben quindici! I chilometri percorsi si moltiplicarono ed il treno iniziò a raggiungere nuove stazioni sempre più lontane. La stazione di Liverpool aveva un lastrone di granito posizionato sul frontone anteriore e sul quale era stata inciso il numero 1863 a rappresetanza dell'anno di inaugurazione del passaggio della ferrovia.

Anche il paesaggio mutò con il tempo e divenne più variegato. La locomotiva, adesso, attraversava ponti, scollinava il monte che separava Manchester da Glasgow, faceva chiudere innumerevoli passaggi a livello e, in alcuni punti, era visibile anche il mare.

Il treno, a sua volta, fu potenziato per reggere i maggiori chilometri che era chiamato a percorrere sulla linea sempre più lunga. La vecchia locomotiva fu sostituita da una recente 800 cavalli; il cilindro singolo fu sostituito da potenti motori diesel ed il numero delle carrozze passò a 12 con una capienza di persone decisamente ragguardevole. La naturale conseguenza fu che il numero di passeggeri aumentò a vista d'occhio. Ogni tre mesi veniva aggiunta una carrozza e subito si riempiva di persone paganti che desideravano raggiungere chissà quale stazione.

Lo stesso Peter arrivò nel periodo degli investimenti.

Da subito si rivelò essere un ragazzino molto vivace dai capelli rossi e le lentigini sul viso. Aveva meno di 20 anni ed il tempo, per lui, sembrava non passare. Dopo 23 anni di servizio sembrava lo stesso di quando salì per la prima volta sulla locomotiva: le sue guance rossastre e la barbetta rada appena visibile mettevano in risalto gli occhietti verdi da birbante ed il sorriso da monello. I due macchinisti legarono subito come farebbero un padre con un figlio e passavano tantissimo tempo insieme.

Il Ferroviere si faceva vedere di tanto in tanto. La maggior parte delle volte li aspettava a London Town Station ma qualche volta lo vedevano lungo il tracciato mentre controllava un binario o uno scambio o l'efficienza di una linea. Tutte le volte non mancava di salutarli con la paletta nera e rossa sempre in mano. Vestiva immancabilmente una divisa marrone cachi sulle cui spalle spiccavano le mostrine bianche. Era un uomo enorme che, a differenza del ragazzo, subiva le ingurie del tempo anno dopo anno. Mentre 30 anni prima aveva lo sguardo vigile e la barba folta e nera, oggi a distanza di tempo, appariva stanco e la sua barba si era tinta progressivamente di bianco.

Le sue apparizioni, inoltre, erano sempre più rare ma ogni volta sia Simon sia Peter lo guardavano con ammirazione e gratitudine. Era grazie a lui se il treno non aveva mai avuto problemi e grazie a lui potevano godere dell'aria che sfiorava i loro volti quando la locomotiva era in movimento.

Fu per questo motivo che quando il treno, per la prima volta in trent'anni deragliò, Simon fu colto dal terrore e Peter fu sbalzato dalla locomotiva cadendo in un precipizio sul quale stavano passando in quel momento.

Quel giorno tutto cambiò. Era il 20 maggio 1864.

NB:




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Aia il deragliamento sarà un brutto problema da risolvere.
Molto bella questa storia che lascia con il fiato sospeso e con la curiosità di leggere la prossima parte
!discovery 30
@tipu curate

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Pensa che l'avevo scritta due anni fa. Poi avevo smesso di scrivere ed era rimasta, come si suole dire, sulla penna...
Mi è sembrato un ottimo momento per tirarla fuori 😀

Ci terrà impegnati per le prossime sette settimane e proprio per partecipare al contest 😜

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(Edited)

Interessante! Non so dire se il quasi nuollo oramai tempo a disposizione mi permetterà di seguire tutta la storia, ma speriamo🐣,
!LOLZ

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ciao, considera che si parla di un episodio a settimana. Come ho scritto all’inizio era una storia chiusa nel cassetto da due anni e che si sposa a pennello con l’iniziativa di @odbc-contest
Inoltre se hai seguito i miei vecchi personaggi, qui ne vedrai di nuovi ed il finale potrebbe sorprenderti

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Purtroppo è da un pezzo che qui faccio sporadiche comparizioni, quindi purtroppo non ho visto i vecchi personaggi😰. Gran parte della colpa è dell'infernale dissertazione della mia attuale specializzazione. Infernale perchè per la miseria che paghiamo non abbiamo professori che ci seguono, ma ciononostante abbiamo l'obbligo di consegnarla perfetta sia nel contenuto che nella formattazione (una formattazione sbagliata qui può trascinarsi dietro l'accusa di plagio con tanto di salatissima multa😡), considerando che quest'ultima porta via il doppio o il triplo del tempo che si porta la creazione dei contenuti. Ora sto in attesa della correzione, nella speranza non mi venga richiesto di riformulare paragrafi, o peggio, capitoli, altrimenti potrei averne fino a gennaio dell'anno prossimo. Teoricamente dovrei terminare in agosto, ma dall'università hanno detto che se ho difficoltà con la dissertazione (e credimi che tale grivia e paturnia non l'avevo affrontata nemmeno per la tesi di 112 pagine di prima laurea perchè ero seguita a dovere da un'insegnante, a dispetto del fatto che dovessi muovermi fisicamente tra Alessandria e Torino per trovare il materiale corretto nelle biblioteche universitarie, ma tant'era, quando si vive con i genitori è tutt'altra storia) posso avere altri 6 mesi gratis. Apprezzabilissimo, ma non desidero affatto trascinare a lungo questa specializzazione perchè mi è letteralmente d'impedimento per lavorare.

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E lo capisco bene
Allora ti auguro di terminare nel più breve tempo possibile e di non dover trascinare questa spada di Damocle troppo a lungo

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Sto a tutt'ora in attesa di un riscontro da parte dell'università. Indicativamente, dovrebbero farsi sentire a fine mese, speriamo.

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