Fuoriposto - 47° puntata

Tutto a posto, tutto regolare, all'ora stabilità ero sotto all'albergo della ragazza, e lei era già seduta a un tavolino poco fuori della hall, si ha sempre quella sensazione che qualcosa possa andare storto, tipo che la tizia non ci sia e ti dia buca, invece nulla di tutto questo, era un segnale positivo, che ci teneva a uscire, almeno pensavo io...

Camminammo per un buon tratto di strada, le offrii un gelato, cosa che gradì particolarmente, il tempo scorreva leggero e veloce, ero in piacevolissima compagnia, ma diverse domande popolavano la mia testa, cosa faccio, cosa non faccio, la abbraccio, provo a darle un bacio, le propongo di andare in spiaggia, lascio tutto così e aspetto, insomma non avevo minimamente idea di che cazzo fare, a un certo punto l'ideona, le propongo di fare un giro in riva al mare, così, giusto per fare qualcosa...

Cazzo, mi disse immediatamente sì, non me l'aspettavo, nella mia testina di cazzino ero convinto che non avrebbe accettato, per cui, nuovamente, non sapevo che cazzo fare, dimostrazione lampante che io non ero nato per broccolare una ragazza, in quanto sono situazioni che non sentivo a pelle, per le quali non ero assolutamente portato...

Arrivammo in riva al mare, sfilammo le scarpe e immergemmo i piedi in acqua, che era davvero calda, mi propose di fare il bagno, minchia, tutto sembrava andare per il meglio, dovevo dire semplicemente di sì, logicamente avevo gli slip e non il costume, ma che cazzo me ne fregava, potevo anche toglierle le mutande, per quello che importava, ma incredibilmente sparai una mega cazzata, del tipo che non me la sentivo...

"Cosa vorrebbe dire che non te la senti, scusa?", mi chiese la ragazza...

Non sapevo cosa dirle, era per me la resa dei conti, saremmo andati in acqua, probabilmente ci saremmo baciati, strusciati e altro ancora, eppure mi stavo cagando sotto, non ero pronto, lei era molto più matura di me, al punto tale che comprese il mio impaccio, mi fece una carezza, sussurrandomi all'orecchio di rilassarmi, di non preoccuparmi, che avremmo passeggiato un po' in riva al mare, e se avessi cambiato idea lei sarebbe stata ugualmente disponibile...

Non so quante volte mi diedi del cretino, dell'imbecille, del cagasotto in quel tragitto che percorremmo laggiù, con il mare calmo e invitante che ci chiamava in un abbraccio compiacente e ammiccante, ma non c'era verso, non feci nulla, fino al momento in cui sempre lei, carissima ragazza davvero, mi disse che forse era il caso che ritornassimo all'albergo, se non era cambiato nulla...

Impacciato fino all'inverosimile, mi infilai a testa bassa le scarpe, mi vergognavo come un cane anche a guardarla, non vedevo l'ora che tutto finisse, purtroppo la mia timidezza mi aveva tirato l'ennesimo brutto scherzo, non c'era nulla da fare se non incassare l'ennesima delusione, questa volta era tutto da ricercare nelle mie insicurezze personali e nei miei modi estremamente impacciati di fare, finiva miseramente il mio 1°, e quasi unico, tentativo di avere un'avventura estiva, anche se vivevo nella patria del rimorchio, i miei timori giovanili, le grandissime prese per il culo che avevo ripetutamente subito avevano lasciato irrimediabilmente il segno nel mio animo, facendomi nascere dei maledetti sensi di colpa e manie di persecuzione, con il triste risultato di sentirmi costantemente bloccato nelle mie azioni...

Continua...