Paura dell'ignoto. 08. Gli ambasciatori.
Prologo
L'ultimo capitolo ci ha mostrato il Duca di Reynwald intento a riunire i suoi fidati sudditi, i due figli maschi ed Atn. La sua intenzione è di incontrare gli invasori presso la Grande Radura. In questo episodio vedremo cosa risponderanno costoro agli ambasciatori del Regno.
Quando i tre uomini arrivarono in prossimità della spiaggia scesero da cavallo e procedettero a piedi. Arrivati a ridosso della scogliera, una decina di stranieri armati di tutto punto si pararono di fronte a loro ed il più grosso li apostrofò con un accento strano:
Cosa fate qui uomini?
Uno dei tre emissari si rivolse in modo formale:
Siamo ambasciatori del Duca di Reynwald e desideriamo parlare con il vostro Signore.
Le sentinelle non cedettero di un passo. Sembravano intenzionate a non permettere la visione del campo montato sulla spiaggia. Uno di loro scese immediatamente lungo il pendio per dirigersi all'accampamento; una ventina di minuti più tardi tornò accompagnato da un uomo possente con una folta barba nera ed avvolto in una pelle di lupo marrone:
Cosa posso fare per voi nobili signori?
Gli ambasciatori furono spiazzati da tanta gentilezza ed uno di loro rispose:
Il Duca di Reynwald, Signore di queste terre e nostro comandante, ci ha chiesto di invitarti presso un luogo neutrale a poche ore di cammino da qui. Vorrebbe parlamentare con te ed il tuo Popolo presso la Grande Radura. Non mi è dato conoscere gli argomenti della discussione ma sarò lieto di accompagnarti con un piccolo seguito al luogo dell'incontro se tu lo vorrai.
Óraekja prese molto sul serio quelle parole. Evidentemente il loro sbarco non era passato inosservato come sperava:
Accetto il vostro invito ma ho bisogno di tempo per prepararmi. Attendete qui. Sarò di ritorno entro un'ora e mi potrete condurre alla Grande Radura.
Il capitano fece per girarsi ma l'ambasciatore proseguì a parlare:
Signore, se permetti... uno di noi andrà ad avvertire il Duca di Reynwald che, inoltre,... ci chiede se puoi portare anche l'ostaggio che, da circa tre giorni, hai onorato della tua ospitalità.
Óraekja parve divertito: evidentemente questa gente non era così sprovveduta come pensava. Acconsentì ad entrambe le richieste e mentre si girò per scendere verso la spiaggia, uno dei cavalieri partì al galoppo verso la Grande Radura.
Come promesso, un'ora più tardi tre uomini comparvero dal sentiero. I loro destrieri assomigliavano a dei cavalli ma erano estremamente strani e si muovevano con andatura dinoccolata. Erano montati grazie a delle selle in cuoio semi rigido ed avanzavano con inusuale lentezza. Gli ambasciatori inorridirono quando, al termine del corteo, videro la figura di un ragazzo strisciare per terra. Il poveretto era legato ai piedi tramite una corda che terminava sulla sella dell'ultimo componente del gruppo. Costui lo trascinava come se fosse stato un sacco di patate. Il giovane sembrava svenuto o forse morto: il suo corpo era inerme e dalla sua bocca non proveniva alcun lamento nemmeno quando sbatteva su una pietra o su una radice.
Gli ambasciatori, a fronte di tale barbarie, mantennero l'andatura volutamente lenta conducendo a passo d'uomo i tre stranieri ed il povero ragazzo. Ci misero quasi tre ore ad arrivare alla Grande Radura dove il Duca attendeva pazientemente.
Quando Reynwald vide arrivare il drappello di uomini rimase stupito come non gli accadeva da anni. Le cavalcature ruminavano continuamente. La loro stazza era decisamente più grossa rispetto ai loro stalloni e sembravano animali sgraziati e indolenti. Le selle erano posizionate tra due gobbe che sporgevano dal dorso. Il collo esageratamente lungo, terminava con una testa enorme dalla quale due occhi placidi sovrastavano una bocca altrettanto enorme. Le redini non partivano dal morso come nel caso degli stalloni ma terminavano con un laccio che circondava la grande bocca in continuo movimento. Non sembravano bestie capaci di correre e tanto meno di poter trainare un carico o un aratro ma piuttosto apparivano come la caricatura di un cavallo.
Ciò che colpì maggiormente il Duca, però, fu la crudeltà dimostrata nei confronti del fagotto martoriato che l'uomo in coda aveva legato al proprio destriero con una corda.
All'arrivo del drappello, gli ambasciatori si posizionarono alle spalle del duca e questi parlò con un certo disappunto che cercò di celare:
Buongiorno Signori. Vi sono grato di aver accettato il mio invito. Ho scelto un luogo neutrale proprio per poter parlare liberamente. A tal fine, prima di chiedervi il motivo della vostra visita nel Regno, vorrei invitarvi a scendere da cavallo ed accettare un boccale di vino in segno di ospitalità. Io sono il Duca di Reynwald, Signore di queste terre.
Il condottiero si fermò volutamente per sottolineare l'ultima frase e per vedere le reazioni degli interlocutori che, tuttavia, parevano imperscrutabili. Non vedendo reazioni continuò:
Alla mia destra ci sono Atn capo del Popolo delle montagne ed i miei figli Swor e Nessrak. Mentre costoro alla mia sinistra sono Croll, reggente della Città Fortezza, Nysr reggente di Zhoss, Fodbra e Cest valorosi guerrieri e componenti del Consiglio di Guerra.
L'ultima parola voleva porre l'accento sul fatto che Reynwald non escludeva lo scontro e Óraekja lo comprese al volo.
Gli stranieri scesero dalle cavalcature e Óraekja si inchinò con estrema lentezza. Poi fu il suo turno di parlare:
Salve a voi. Io sono Óraekja, capitano dell'esercito dei Viddar e della Goletta Páll.
L'uomo non distolse lo sguardo dal condottiero nemmeno per un attimo.
Alla mia destra vi presento Leidólfr, ufficiale di primo livello della marina Viddar e capitano della Goletta Skammell mentre a sinistra l'ufficiale di secondo livello Gaukr e capitano della Goletta Prasi. Mi permetto di fare una precisazione. Le nostre cavalcature non sono cavalli bensì cammelli; immagino che non li abbiate mai visti. Tuttavia dalle terre dalle quali proveniamo sono molto utilizzati grazie alla loro velocità nella corsa e l'estrema resistenza nel deserto.
Il Duca guardò una di quelle bestie. Non capiva come potessero essere meglio di un cavallo ma registrò l'informazione senza obiezioni e fece cenno a tutti di sedersi. Così fecero.
Posso chiedere da dove venite e cosa vi porta nel Regno?
Questa volta fu Gaukr a rispondere:
Proveniamo da una terra a centinaia di leghe a sud da qui chiamata Ingólfrowa. E' la terra del nostro Popolo, i Viddar. Le nostre leggende narrano dell'esistenza di questa terra che voi chiamate "Il Regno" e narrano di uomini provenienti da questi luoghi che avevano acquisito l'arte della navigazione e che si spostavano abitualmente tra questi territori e il nostro continente. Ad oggi, invece, sembra che abbiate perso l'abilità di attraversare i mari...
Reynwald meditò su questa affermazione e colse lo scherno nel tono dello straniero ma cercò di non darci peso. Dunque il buon Ramarok che millantava origini esotiche e di provenire da un Popolo oltre il Mare dei Rimpianti non mentiva? Nonostante questa futile intuizione decise di incalzare gli stranieri ma Atn lo batté sul tempo:
Le nostre sentinelle ci hanno informati che siete sbarcati con diverse attrezzature belliche al seguito. Dobbiamo dunque ipotizzare che non siate qui per commerciare?
I tre uomini risero di gusto e fu Leidólfr a rispondere:
La Guerra è una delle arti che il nostro Popolo coltiva da secoli e padroneggia meglio. Ci troviamo in terre potenzialmente ostili e abbiamo deciso di prendere adeguate precauzioni.
Il Duca di Reynwald era consapevole che i suoi interlocutori stavano eludendo la domanda ma decise di usare la diplomazia:
Potremmo avviare proficui commerci con i Viddar. Siamo abili costruttori e abbiamo fabbri e falegnami davvero capaci. Le nostre terre e i nostri monti sono ricchi di selvaggina e magari potreste apprezzare alcuni animali a voi sconosciuti e noi potremmo fare altrettanto.
Óraekja che fino a quel momento era stato in silenzio cambiò repentinamente i lineamenti del volto ed abbassò il tono di voce:
Signori, è inutile continuare a fingere. Nyf, il ragazzo che giace dietro il mio cammello, è un segnale lampante di ciò che vogliamo dal Regno: il predominio di queste terre.
Il suo sguardo, improvvisamente carico d'odio, guizzava da Reynwald ad Atn con sincero disprezzo per poi continuare con un tono leggermente più alto:
Il giovane ci ha raccontato molto del Regno, delle vostre usanze e dei vostri popoli. Inoltre, un paio di settimane di navigazione intorno quest'isola ci hanno dato una buona percezione del territorio.
Fodbra fece per alzarsi impugnando la spada corta ma Croll lo prese per un braccio intimandogli con lo sguardo di non fare gesti avventati.
Atn con un tono di voce piuttosto adirato anche se volutamente basso replicò:
Se è la guerra ciò che desiderate siete i benvenuti.
E Reynwald, con sapiente arte diplomatica cercò di buttare acqua sul fuoco:
Le vostre intenzioni sono chiare quanto le nostre. Non c'è bisogno di insultarci oltre. Gustatevi il nostro vino, oggi potrete giovare della nostra ospitalità, domani starà a voi scegliere la via da percorrere. Se per voi va bene direi che possiamo raccontarci qualcosa di più sui nostri rispettivi popoli.
Il capo dei Viddar annuì e così fecero i suoi sottoposti di rimando. Dunque il Duca si rivolse ai suoi:
Fodbra, Cest, raccogliete ciò che rimane di Nyf e curatelo. Penso che la nostra chiacchierata sarà lunga ed interessante.
I due si alzarono e si diressero verso il povero ragazzo. Dopo averlo alzato da terra gli tolsero i brandelli di vestiti ancora attaccati a ciò che rimaneva della pelle. Lo lavarono con l'acqua delle borracce e lo cosparsero di un unguento rigenerante.
Nel frattempo i membri del ducato e degli stranieri sedevano davanti al fuoco come se i due popoli fossero grandi amici raccontandosi aneddoti e storie popolari.
Un nuovo capitolo si era aperto per il Regno ma solo la storia avrebbe decretato quale penna l'avrebbe scritto.
NB: la copertina ed eventuali altre immagini presenti nel presente post o in quelli della medesima saga sono state realizzate con il Servizio Canva avvalendosi delle immagini gratuite in esso disponibili ad uso gratuito.
Per orientarti nella geografia di questo racconto, ti consiglio di andare nel primo capitolo de *La Guerra dei Ducati e poi tornare qui: La Guerra dei Ducati. 01: una bussola per il lettore.
Indice
Se ti fossi perso uno dei precedenti capitoli:
- Paura dell'ignoto. 01. L'inizio del baratro.
- Paura dell'ignoto. 02. I Reggenti dei Rusdan.
- Paura dell'ignoto. 03. Sul Mare dei Rimpianti.
- Paura dell'ignoto. 04. Presso i Ducati.
- Paura dell'ignoto. 05. Sulla spiaggia di notte.
- Paura dell'ignoto. 06. Il primo sbarco.
- Paura dell'ignoto. 07. La notizia dell'invasione.
Quindi sarà guerra!
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@tipu curate
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@libertycrypto27 ahi mè si!! Questi maledetti Viddar sono arrivati per conquistare. Non si può mai star tranquilli nel regno.
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