Il Galeone 03. La gravità.

La gravità.

Walter sparì dalla sua vista. Semplicemente volò in aria come in assenza di gravità. Cindy era terrorizzata ma in cuor suo era consapevole di non poter far nulla per lui. Le sue dita si strinsero istintivamente alla ringhiera che conduceva sottocoperta.

Perchè? Perchè stava accadendo tutto ciò?

Da quando era iniziato il suo viaggio, ogni cosa sembrava andare storta. Fenomeni paranormali avevano accompagnato lei, l'amico, il comandate e la ciurma per tutto il tempo. Il buio assoluto, i rumori assordanti, le urla ed ora questo: un'altalena gravitazionale che li sospingeva in tutte le direzioni in maniera convulsa.

Cindy prese coraggio e, badando bene a non lasciare mai la presa sulla ringhiera, scese le scale. Di tanto in tanto il suo corpo veniva sbalzato in aria o contro una delle pareti ma le nocche delle sue mani erano diventate bianche pur di mantenere la presa.

Stupidamente si chiese che fine avesse fatto la brocca con il vino che era sul tavolo della sua cabina. Il pensiero la sfiorò come se fosse un tentativo della sua mente di evadere dagli orrori che stava vivendo. Ma non cambiò ciò che la circondava.

Una volta arrivata sottocoperta vide l'equipaggio raccolto nella sala dei cannoni. Ogni marinaio aveva scelto un cannone e, letteralmente, lo abbracciava. Con la lungimiranza di un comandante di esperienza, Siburg aveva chiesto loro di inchiodarli al pavimento ed ora, quei cannoni, erano la loro àncora di salvezza.

Cindy vide il comandante sul lato destro della stanza. A causa dei rumori martellanti non potevano sentirsi e nessuno dei due osava lasciare la presa per cercare di comunicare con i gesti.

Cindy aveva giocato a scacchi in passato e avrebbe definito quella situazione "uno stallo" ma anche questa consapevolezza non la aiutò.

Ombre e luci si alternavano e portavano con se gravità ed assenza della stessa. Quando c'era la luce i loro corpi venivano sbalzati in aria, rimanevano sospesi, privi di peso. Le viscere si rigiravano per l'assenza di gravità e Cindy sentiva il vino tornarle in gola. Poi arrivava l'oscurità delle nuvole e con essa la gravità. Un contraccolpo preannunciava la fine di un ciclo che si ripeteva sistematicamente dopo pochi secondi.

Era già la terza volta in tre settimana che tutto ciò accadeva. Nemmeno il capitano sapeva spiegarne il motivo e Cindy nutriva rancore per questo. Come era possibile che un uomo dell'esperienza di Siburg non conoscesse l'origine di questa tragedia che si stava consumando intorno a lei. Come era possibile che si fosse addentrato in acque così pericolose. Come era possibile??

Il pensiero della donna volò lontano nello spazio e nel tempo. Per una decina di secondi assaporò il momento in cui sarebbe sbarcata al prossimo porto: avrebbe depositato formale denuncia contro l'armatore e contro Siburg per averla condotta attraverso quei mari così pieni di insidie!

Uno scossone la ridestò. Le sue mani erano allo stremo delle forze. Da cinque ore, ormai, il rumore martellava i suoi timpani e da circa mezz'ora venivano sballottati in ogni direzione

Perchè? Perchè stava accadendo tutto ciò?

Cindy se lo chiese un'altra volta ma quando quel pensiero prese forma nella sua mente, un colpo senza precedenti la sbalzò in aria strappandole letteralmente la presa dalle mani. Per un attimo la donna si trovò sospesa in aria ma fu per due lunghi secondi. Alla fine atterò con schiena sopra un cannone.

Il fiato le uscì dai polmoni e rimase in quella posizione senza riuscire a muovere un muscolo. Per fortuna la mano di un mozzo riuscì a cingerle una caviglia e a trascinarla verso di lui. Cindy fu grata di quella fortuna anche se ancora respirava a fatica. Il mozzo abbracciò sia lei sia il cannone per la salvezza di entrambi. La donna ne sentiva l'odore acre del sudore ma in quel momento era più importante sopravvivere e l'uomo le dava un senso di sicurezza in una situazione fuori dal normale.

Quello strazio durò ancora una ventina di minuti fino a quando, così improvvisamente com'era inziato, tutto terminò.

Il rumore finì. Le urla finirono. Le luci finirono. Gli sbalzi finirono.

Il galeone oscillò per una decina di volte finchè finalmente si assestò sul mare ormai calmo. Il rumore era cessato e una sana luce solare illuminava il cielo sopra di loro. Cindy respirò a pieni polmoni l'aria del mattino ma la sua mente fu scossa da un pensiero:

Walter?



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