Generazione Smartphone
Questa mattina, come tutti i giorni in cui non sono in smartworking, sono sceso di casa per andare in ufficio.
Mentre camminavo, come mi succede spesso ultimamente, riflettevo su quanto gli smartphone abbiano acquisito un ruolo preponderante nelle nostre vite. Una volta si parlava di più di questo argomento. Sia in famiglia sia con gli amici. Adesso è scontato. Parlarne è diventato banale ma la verità è che questo strumento diventa ogni giorno più pervasivo.
Stamattina appena sceso in strada ho indossato le cuffie bluethoot; dopo aver udito il suono delle mie JBL che mi annunciava il pair con lo smartphone, ho sbloccato l'iPhone ed ho avviato Castro per ascoltare i podcast in coda.
Dopo aver schiacciato Play, ho avviato la app di Trenitalia ed ho acquistato il biglietto del treno tramite Paypal. Per il momento, infatti, facendo alcuni giorni di smartworking al mese, non mi conviene fare l'abbonamento.
Durante la corsa in treno ho avviato ToDoIst, il mio punto di riferimento per le cose da fare quotidiane e che consulto ogni mattina per rendermi conto di cosa mi aspetta durante la giornata.
Una volta arrivato a Torino sono uscito dalla stazione atterrando nella piazza antistante. Ho sbloccato nuovamente il mio smartphone e, dopo aver avviato Bird ho cercato un monopattino da affittare pagando con la mia MCO card.
A bordo del mezzo in sharing ho percorso i pochi chilometri che separano la stazione al mio ufficio. Essendo alla guida di un veicolo (anche se non per il codice della strada) avevo bisogno di più concentrazione. Per questo motivo ho stoppato i podcast ed ho avviato le note di Serj Tankian su Spotify.
Una volta arrivato a destinazione ho terminato l'affitto del monopattino, sono entrato nel mio bar di fiducia a fare colazione ed alla fine, ovviamente, ho sbloccato il mio smartphone. "Quanto ti devo Daniele?". Lancio Satispay, cerco il nome del bar e pago €2,8.
Eccomi davanti allo stabile del mio ufficio. Allungo il braccio e apro le porte tramite il Chip NFC dello smartphone. Guardo l'ora sullo schermo e constato che stamane sono arrivato davvero molto presto. Dopo aver posato lo zaino mi concedo un altro caffè alle macchinette prima che arrivino i colleghi e ne approfitto per sbloccare il cellulare, avviare Ecency ed iniziare a scrivere questo articolo.
Si, gli smartphone sono sempre più pervasivi nella nostra vita. Il mio non vuole essere un giudizio o una critica (d'altro canto ho appena descritto il mio tragitto casa-lavoro costellato dall'utilizzo di questo oggetto), nemmeno un tentativo di osannare questo portento della tecnica ma una semplice constatazione che, lo ammetto, stamane mi ha davvero colpito.
Poi penso che oggi è mercoledì. Fra due giorni sarò in montagna a camminare con il mio cane. Il pensiero mi rallegra, torno alla scrivania ed accendo il computer. Con amarezza penso che sto passando da uno schermo piccolo ad un 17''. Oggi va così... Buona giornata a voi.
NB:
Electronic-terrorism, voice to skull and remote neural monitoring on Hive and Steem. You can ignore this, but your going to wish you didnt soon. This is happening whether you believe it or not. Many of the platforms for hive and steem are trying to silence me so they can do this to YOU. Please follow this link. The community isnt safe HERE if you cant click on this link. https://peakd.com/gangstalking/@acousticpulses/electronic-terrorism-and-gaslighting--if-you-downvote-this-post-you-are-part-of-the-problem ...OR THIS LINK... https://ecency.com/gangstalking/@acousticpulses/electronic-terrorism-and-gaslighting--if-you-downvote-this-post-you-are-part-of-the-problem
E si ormai non possiamo più farne a meno!
Yay! 🤗
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Inutile dire che perfino le istituzioni ci obbligano. Mio zio ultrasettantenne e per nulla avvezzo alla tecnologi, ha rischiato di perdere la pensione perché non sapeva usare i codici dell'INPS😡. Non fosse per i miei cugini piú giovani (le grandi se ne intendono ancor meno dei genitori, di tecnologia), qua non lo so come andava a finire a mio zio.
@tipu curate hai perfettamente ragione e pensare che ti sto pure rispondendo da uno smartphone.
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Bel post, ti invidio come invidio tutti coloro che riescono a sfruttare la tecnologia al meglio. Io sono una frana, il mio smartphone è un ricettacolo di spazzatura, disordinato, e utilizzarlo a volte mi da quasi la nausea.
Lo trovo comunque uno strumento utilissimo ma, con i suoi ma.
In primis è pervasivo e genera l''effetto reperibilità in ogni ora in ogni luogo. Io spesso lo silenzio. Tra mail, app, chat, gruppi, google notifications etc è una continua distrazione. E vivo benissimo anche tempi prolungati senza utilizzarlo. Il problema è come l'altra parte vive il fatto che io non risponda immediatamente ad una chiamata o ad un messaggio. Ora, io sono cresciuta nel periodo nel quale uscivo di casa e arrivederci a tutti, vi contatto io quando e se trovo un telefono e un gettone, preoccupatevi solo se bussano i carabinieri. E capisco che non era bello nemmeno così. Ma che io debba stare tutto il giorno a leggere messaggi, ascoltare vocali e trovare l'informazione vitale alla quale devo assolutamente rispondere, è diventato un consumo di tempo e di energie esagerato. E fammela na telefonata se è urgente e se non ti rispondo, arifammela, magari in quel momento stavo facendo un'altra cosa. E soprattutto nun te fa venì l'ansia se non rispondo o leggo istantaneamente un messaggio.
Secondo, il problema gruppi mamme dei tuoi figli (scuola, regali, danza, musica, calcetto) e gruppi amici medie, liceo, università, lavoro, palestra: lo scarico di tutte le frustrazioni familiari, il botta e risposta a chi verrà eletta la madre dell'anno i primi, che fanno sentire piccole caccole quelle vogliono solo sapere se il 1 Maggio a scuola c'è ponte o no, ricettacolo di foto cazzare i secondi; non ci siamo visti per 30 anni, non ci rivedremo creando un gruppo telegram, whatsapp o Messenger.
Terzo e non ultimo, la grossa forzatura di doverti iscrivere alla qualunque con username/email/password per poter accedere a qualsiasi servizio. Ho perso il conto delle mie registrazioni.
Inoltre ora c'è il problema della digitalizzazione della pubblica amministrazione che va avanti a passi da gigante ma non in modo standardizzato ed efficiente. Quindi, se da un lato abbiamo il PIN, lo SPID, il PUK, il numero unico, la tessera sanitaria, il codice fiscale e la carta d'identità elettronica etc (mortacci vostra, una cosa univoca no, eh?!? ndr) dall'altro per molti servizi devi andare a parlare con qualcuno ma per quel qualcuno devi prendere appuntamento e passano mesi.
E vogliamo mettere tuo padre del 1940 che ha fatto il suo primo bancomat due anni fa e gira con un nokia3210 e deve rinnovare la carta d'identità o deve avere l'estratto della pensione?
Insomma sì, tutto bellissimo, ma come tutte le medaglie presenta due facce, e come tutti gli strumenti dovrebbe essere usato con giudizio e coscienza.
!BEER
Ciao @sissim72 bellissima la tua risposta. Mi ha fatto davvero piacere perchè il bello di Hive dovrebbe essere, in primis, sempre l'interazione.
Detto questo concordo su tutto ciò che hai scritto. Personalmente ho limitato il numero dei gruppi ai quali partecipo al minimo. Banditi gruppi genitoriali o calcetto o amici delle medie/superiori ed anche colleghi (da poco sono riuscito a staccarmi anche da quest'ultimi...). Per la reperibilità, se ti va, leggi un post che avevo scritto poco tempo fa proprio su questo tema e che ho intitolato Sindrome da comunicazione sincrona: qui descrivo come ho cercato di curarmi da questa che, a mio avviso (e non lo dico dall'alto al basso perchè ci casco spesso anche io ancora adesso) è una malattia.
Poi l'ultimo argomento da te trattato ha dei risvolti tragici perchè anche io ho una nonna 90enne che dobbiamo seguire in tutte queste tappe per lei inutili e stupide (porella come darle torto con pin, spid, puk, pac) ed un papà che rifiuta la tecnologia se non quella del telecomando della televisione... L'ulteriore riflessione che però faccio io è anche avanti nel tempo: domani il vecchio papà o mamma saremo noi. Domani ci sarà qualche nuova tecnologia che non coglieremo, che rifiuteremo, che non adotteremo rimanendo fuori dal mondo.
Mia nonna, quando ci vede con gli smartphone in mano dice sempre "Ah! Sti minchia di smattfone vi stanno rimbambendo" ma vedo che è anche un po' stufa di essere tagliata fuori da un mondo che non conosce.
Insomma: sono strumenti e come tali vanno usati e conosciuti. Trovare il punto di equilibrio non è per nulla facile e solo parlandone possiamo venirne fuori vincitori. Magari... davanti ad una birra con i propri cari, la televisione spenta e i cellulari in un'altra stanza.
Grazie ancora per il tuo commmento!!
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