Gli occhi degli altri

Nel tempo ho visto più di qualche video come questo, dove qualcuno dall’altra parte dell’oceano viene a vivere in Italia.

Quello che mi colpisce è che noi non notiamo ciò che abbiamo, ed anzi spesso abbiamo un considerazione parecchio bassa di noi stessi e della nostra nazione. C’è questa costante idealizzazione che l’erba del vicino estero sia più bella e verde della nostra, salvo poi andando a tastare e scoprire che il manto erboso in realtà è plastica. Si pontifica e si celebra tizio che è andato a fare il lavapiatti e poi è diventato CEO, come fosse una cosa alla portata di chiunque. Si omette il conteggio spropositato di tutti quelli che sono “scoppiati” nel fare il lavapiatti e sono tornati indietro. Oltretutto si dipinge una realtà irreale, come se altrove fossero tutti fessi e hanno bisogno degli italiani come management. Quelli che ce l’hanno fatta e sono celebrati in realtà hanno dovuto “ingoiare rospi” e tenere duro stoicamente.

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Tornando a queste persone che decidono di effettuare un salto non indifferente nella loro vita, come trasferirsi in Italia, evidenziano nei loro racconti il lifestyle nostrano che è più lento, meno caotico, più contemplativo di quello anglosassone. Chiaramente non è un “fairy tale” e ci sono degli aspetti negativi. Ad esempio, la burocrazia o le questioni economiche, dove tuttavia non sono così distanti o drammaticamente diverse. Lo sono per uno che viene da fuori, ma questo è vero anche a parti invertite.

Nei miei cinquanta anni di vita italiana posso osservare che la burocrazia sia notevolmente diminuita o quanto meno semplificata. Di recente ho avuto a che fare con conoscenti in Germania e vi posso assicurare che loro stanno messi parecchio peggio di noi. Eppure, se facciamo un sondaggio è certo che crediamo l’esatto contrario.

Chiaramente ci sono anche cose che sono peggiorate, ad esempio la sanità. Seppure sia comunque meglio degli Stati Uniti dove la gente non si cura per via delle assicurazioni, o addirittura davanti a mali piuttosto pesanti queste ultime rescindono i contratti, qui siamo ancora in una specie di paradiso. Però negli ultimi anni la situazione è peggiorata, più a causa europea che spinge per andare verso il modello americano anziché migliorare quello in essere.

Servirebbe una riconsiderazione dell’essere italiano in patria, ma oggi se lo fai diventi sovranista che poi non si capisce perché dovrebbe fare rima con fascista o nazista. Ed è pure curioso visto che altrove, come al solito visti da qui come modelli, sono in realtà ben più sovranisti dei più sfegatati sovranisti italiani. Nelle sessioni del parlamento europeo si fanno delle lotte per portare vantaggi alla propria sovranità a dispetto degli altri. Eppure, la EU, quella U, sta per United. Ma unita dove? Negli ultimi sei mesi hanno pure ripristinato i confini interni. Invece di andare avanti si va indietro.

Quindi ben venga questa migrazione, ovviamente moderata altrimenti diventa un casino, ma quel tanto che basta per vedere con gli occhi di un altro cose che noi non vediamo perché ci appaiono scontate quando forse non lo dovrebbero essere.

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