3 anni fa

Il suo sguardo in parte è dovuto alla stanchezza, al sole radente di novembre insolitamente caldo a quell'ora, ma soprattutto alla mia presenza. Non ne può più di vedermi, oramai sono diventato il suo carceriere.

Poco prima l'avevo presa in braccio, ho pensato che fosse una nuvoletta. A dispetto del mantello quasi regale, da lord inverno di Games of Thrones, sotto è magra, non pesa nulla. Appunto se venisse del vento forte volerebbe via come una nuvoletta.

Il mantello è soffice e lucidissimo, ma questo è ovvio, da un mese è incarcerata dentro casa, non potendo scorrazzare chissà dove, è pulito e lucido neanche dovesse andare ad una gara felina.

Le forze in parte le sono tornate, l'agilità no. A forza di dargli del cibo iper-proteico, anche l'umore ne ha giovato, per quel poco che vale. In casa manifesta il suo disappunto facendo pipì dove gli capita, forse in parte anche a causa della sua condizione. Nessuno l'ha mai sgridata, ho messo delle traversine in ogni dove. Dopo un po' ha capito, intelligente com'è. Riesce sempre a stupirmi.

L'ora d'aria al mattino presto quei venti minuti, poi a mezzogiorno altri venti minuti. Il naso annusa vibrando le narici cercando di captare qualsiasi cosa, forse la vita stessa.

Questa è stata l'ultima foto che le ho scattato, il giorno stesso non ci sarebbe stata più. Ora si che l'inverno è arrivato per davvero.

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