Il teorema della ciambella. Pt.3

Parte 3...

Il teorema della ciambella.

Essendo io uno molto prolisso e prolasso, sono alla terza parte del racconto ma il racconto vero e proprio ancora non l'ho iniziato.

Tra l'altro è la seconda volta che riparto a scrivere daccapo perché ecency si è impallato e mi ha cancellato tutto quanto.

Cose divertentissime erano scritte prima di ora, chissà se riuscirò a racocontarvele con la stessa enfasi e la stessa verve delle scorse due volte.

Ci provo.

Vado.

Quest'anno, siamo stati al mare in un posto dove la strada per arrivare alla spiaggia era lunga e tortuosa, piena di insidie e coccodrilli affamati di gente che si dirigeva alla spiaggia.

Mangiavano quelli freschi all'andata e quelli caldi al ritorno ( caldi dal sole ), non perdo mai tempo ne occasione per riscaldarvi con le mie freddure ( amo anche i paradossi ).

A proposito di paradossi ( mo' stai a vedere che inizierò a raccontare la vera storia chissà quando ).

Quando ero alle superiori... ( parentesi le belle storie del basa ),

il mio professore di elettronica, durante un'interrogazione ha chiesto una cosa ad un mio compagno, guardate quanta approssimazione nel raccontarvi qualcosa su una materia che era tra l'altro scritta sul mio diploma di scuola superiore che tra l'altro mai ho ritirato.
Perito in elettronica e telecomunicazioni.
Beh... dicevo, ha chiesto una cosa ad un mio compagno e lui ovviamante non sapendone niente come me ha risposto a cazzo.

Lui, il professore si mette a ridere e dice

• siamo al paradosso

E continua a ridere modello shaldon cooper.

• siamo al paradosso, è come alimentare un trasformatore con corrente continua...

L'ho capita parecchi anni dopo ed anch'io adesso ridere come lui, anche se una cosa del genere avrei già dovuto saperla ai tempi.

Fine della curva, adesso andiamo dritti dritti fino in fondo promesso.

Come stavo dicendo, la strada dal bungalow alla spiaggia era tantissima, quindi le due ciambelle, le ho portate una volta il primo giorno ed ho detto a mia figlia che a rischio e pericolo sarebbero rimaste lì.

Li dove?

In una specie di rientranza chiusa a chiave la notte ma dove tutti potevano entrare ed uscire liberamente con quello che volevano durante il giorno.

• metti il nome così se qualcuno li prende almeno possiamo dire che sono tuoi.

• ma va... chi vuoi che li prenda, non vedi che non ce n'è nemmeno uno uguale? Come fa la gente a sbagliare.

Non avevo parlato di sbagliare io...

Continua...