Il pescatore e la sirena
[Fonte della foto il web.]
La brezza carezzava il viso segnato dalle rughe del pescatore che, con gesti lenti e studiati, riparava le reti tirate a riva, seduto a terra con la schiena poggiata al legno della barca con cui, ogni giorno, solcava il mare del golfo partenopeo. Erano anni che ogni mattino usciva dal porto, lo sguardo fisso di fronte a se per tenere la rotta, mentre il filone dei suoi ricordi andava a ritroso nel tempo senza riuscire a ricordare la prima volta in cui era andato a pesca. Ricordava però che ogni suo viaggio era accompagnato dalle grida dei gabbiani che, in volo, gli facevano da scorta mentre ritto a poppa della sua barca, poggiato alla barra del timone, procedeva tra i flutti in cerca del punto migliore dove pescare. Quando lo trovava, gettava l'ancora e subito dopo le reti, lavorando con un sorriso impresso nel volto tanto che, dopo non molto tempo, vi si dipinse indelebilmente grazie alla complicità del sole e della salsedine. I giorni trascorrevano tutti uguali, tra la pesca ed il successivo rientro caratterizzato poi dalla sistemazione delle reti e della barca, fino al giorno in cui la vide. Poggiato al timone, filava tra le onde spinto dal vento sotto il cielo coperto dalle nuvole che minacciavano tempesta. Navigava lungo la costa, non troppo lontana da essa ma abbastanza da poter gettare le reti e quando fu pronto per lanciarle, qualcosa attrasse la sua attenzione, facendolo fermare e concentrare su quello che in lontananza, scorgeva. A metà strada tra la terraferma e la sua barca, uno scoglio fuoriusciva dall'acqua e adagiata su di esso, emersa solo con il busto, una donna bellissima fissava il mare tenendo il viso rivolto verso di lui tanto che i loro sguardi, anche se lontani, si incrociarono. Furono pochi attimi, poi la donna accortasi del pescatore, con un rapido movimento si gettò in acqua sparendo. Allarmato, punto' la prua della barca verso lo scoglio intenzionato a salvarla, ma quando giunse li' non trovo nessun segno della presenza della donna anche sé, in un certo senso, ebbe la sensazione di essere osservato. Rassegnato riprese il suo lavoro ed una volta terminato, rientro' nel porto portando con se, una nuova sensazione che il giorno seguente lo spinse a ripercorrere la stessa rotta che, come il giorno precedente, lo portò allo scoglio dove trovò di nuovo la donna. Stette attento a non avvicinarsi troppo per non farsi scoprire e dopo un pò, un canto dolce e malinconico lo raggiunse insieme alla melodia dei flutti e chiudendo gli occhi, lo ascolto' non solo con le orecchie, ma con il cuore. Terminato il canto, la donna si immerse e scomparve come il giorno precedente, ma questo rimase impresso nel cuore solitario del pescatore che da quel giorno, ogni mattina, usci' in mare non più per pescare, ma per udire la donna che cantava alle onde. La donna inizio' ad osservare l'uomo dal pelo dell'acqua in cui si immergeva, scrutandolo curiosa prima di tornare da dove veniva e ben presto la sua curiosità le fece venire voglia di incontrarlo. La prudenza però la frenava poiché la sua gente sin dall'antichità era temuta e cacciata e questo le impediva di mostrarsi a lui per quello che era veramente, fino a quando il fato non intervenne cambiando le cose. Il mare era in tempesta quel giorno ed onde alte si abbattevano sulla costa sollevando struzzi di spuma che il vento catturava e portava con esso. Il tempo non impedì al pescatore di uscire come al solito, desideroso di ascoltare il canto e quando la sua barca si trovò nelle vicinanze dello scoglio, un onda più violenta delle altre, fece capovolgere lo scavo facendolo cadere in acqua. Era un ottimo nuotatore ma la forza del mare lo sovrastò dopo poco, facendogli comprendere che non avrebbe potuto fare molto per sopravvivere. Si arrese abbandonandosi a quell'abbraccio che dolcemente ed inesorabilmente lo cullava, con un solo desiderio nel cuore: sentire un'ultima volta il dolce canto della donna. Scomparve inghiottito nelle profondità marine e quando la tempesta si placò, il suo corpo andò ad arenarsi nella piccola spiaggia ai piedi dello scoglio. Quando lo vide, la donna emerse dal mare per metà, nella sua solita posa, osservandolo attentamente e con suo enorme dispiacere, comprese che non avrebbe più cantato per lui poiché la vita lo aveva abbandonato. Calde lacrime le rigarono il volto, cadendo sul corpo del pescatore riverso al suolo ed un tenue bagliore lo avvolse lentamente per poi diventare sempre più accecante. La donna distolse lo sguardo da esso e quando si accorse che il bagliore era scomparso, posò lo sguardo nel punto in cui era posto il corpo dell'uomo al cui posto vi era un gabbiano che la osservava con la stessa intensità con cui egli la guardava. "Gli dei del mare hanno esaudito il mio ultimo desiderio, concedendomi di continuare ad ascoltare il tuo canto, unico scopo della mia vita di uomo." disse il gabbiano alla donna che con naturalezza allungò la mano verso di esso, carezzandone la testa. " Purtroppo non hanno potuto lasciarmi il mio precedente aspetto, ma mi hanno lasciato nel cuore il sentimento per te." Lentamente la donna emerse dal mare rivelando a sua volta il suo vero aspetto, mostrando al gabbiano la parte inferiore del suo corpo. Una splendida pinna variopinta completava il corpo della donna che gli rispose con dolcezza. "Abitiamo il mare da prima degli uomini che quando si accorsero della nostra presenza, tentarono di cacciarci, costringendo me e la mia gente a vivere nascosti, ma il tuo desiderio mi ha fatto comprendere quanto fossi diverso da loro." La sirena sorrideva al gabbiano mentre gli parlava. "Questa tua diversità ti ha salvato e questo è il mio dono per te." e sollevando il viso al cielo, inizio' a cantare con la sua splendida e dolcissima voce. Il gabbiano la ascolto' in silenzio per pochi attimi, poi spiegate le ali si alzò in volo compiendo dei cerchi nel cielo sopra lo scoglio fino a quando il canto non terminò e la sirena non si reimmerse sparendo nelle onde. Da quel giorno, ogni mattino, quando la bassa marea scopre la spiaggetta, il gabbiano in volo la raggiunge per andare ad ascoltare, come faceva quando era un uomo, il dolce canto della sirena.